Agents of Atlas vol 2 # 3

Continua la storia degli Agenti dell'Atlas ambientata nel passato. Jimmy Woo e compagni si trovano a respingere un gruppo di soldati che ha il compito di catturare Suwan, la nipote dell’Artiglio Giallo. Quando gli uomini armati ricorrono a delle granate a gas, il robot vivente M-11 incenerisce i soldati lasciando al loro posto degli strani triangoli rossi. Nella confusione della battaglia Suwan sparisce ricomparendo più tardi quando i nostri protagonisti ricevono una sua telefonata dalla quale si intuisce che la ragazza è stata rapita da qualcuno dall'altro capo del telefono. M-11 rintraccia la chiamata e gli Agenti dell'Atlas si precipitano in un cimitero dove Venere scopre che attraverso i triangoli rossi è possibile vedere una passaggio in una dimensione parallela. Tenendo in mano i triangoli, i nostri eroi attraversano la fenditura ritrovandosi in un antico campo di battaglia.
Nel presente, Venere cerca di aiutare Namora a portare a galla una vecchia petroliera della Seconda Guerra Mondiale che sta inquinando i mari. La forzuta da Atlantide è irrequieta e dopo l'insistenza della sua compagna rivela di stare ancora cercando di affrontare la perdita di sua figlia, Namorita, che è morta¹ poco prima che lei venisse salvata dall'animazione sospesa. Intanto il resto della squadra riceve Norman Osborn, accompagnato da Sentry, sul ponte di una nave cisterna nel fiume Hudson, all'interno della quale si cela una vera e propria fabbrica di armi allestita per far credere a Osborn che la Fondazione Atlas sta mantenendo fede al loro accordo lavorando all'approvvigionamento di armi. In realtà l'incontro serve all'Uraniano a sondare telepaticamente la mente di Osborn e scoprire i suoi rapporti con la Cabala. Il piano di spacciarsi per organizzazione criminale allo scopo di far cadere Osborn, però, inizia a funzionare fin troppo bene, al punto che gli Agenti dell’Atlas si ritrovano di fronte al nuovo Capitan America deciso a fermarli.