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MAGNUS (ROBERTO RAVIOLA)
Biografia

Roberto Raviola, questo il vero nome del grande disegnatore di fumetti Magnus, nasce il 30 maggio 1939 a Bologna. Raviola usò lo pseudonimo "Magnus" per la prima volta agli inizi degli anni sessanta. Era l'abbreviazione di "magnus pictor fecit", motto goliardico dell'Accademia di Belle Arti presso la quale Raviola aveva ultimato gli studi.

Conseguito la maturità artistica a dicianove anni, si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Bologna diplomandosi in scenografia nel 1961. In questo periodo insegna alle scuole medie e licei di Bologna e lavora anche come scenografo teatrale. Nel 1964 inizia una lunga collaborazione con Max Bunker, insieme al quale darà vita a numerosi e popolari personaggi: da Kriminal a Satanik, da Dennis Cobb a Gesebel, da Maxmagnus al celeberrimo Alan Ford, fumetto dalla pungente satira socio-politica rimasto indelebilmente legato allo stile inconfondibile impresso dal visionario Magnus.

Interrottosi il sodalizio, nel 1975 crea, su propri testi, lo spionistico Lo Sconosciuto, che in seguito continuerà sulle pagine della rivista a fumetti Orient Express. E' poi la volta di numerose altre serie, tra le quali bisogna ricordare almeno La compagnia della forca, realizzata con la collaborazione di Giovanni Romanini, I briganti, tratto da un classico della letteratura cinese, il nero e grottesco Necron e l'erotico Le 110 pillole.

Autore dallo stile elaborato e per certi versi barocco, dai tratti marcati e dai forti contrasti, Magnus è considerato un vero e proprio gigante del fumetto mondiale, un artista che avrebbe contribuito a traghettare questo mezzo di comunicazione tipico del Novecento dalla "bassezza" di molti prodotti popolari (a cui lo stesso Magnus ha più volte collaborato, forse anche per necessità economiche), alla dignità di mezzo espressivo colto e raffinato.

Prima di morire di tumore il 5 febbraio 1996, Magnus riuscì a concludere una eccezionale avventura di Tex Willer, La valle del terrore su testi di Claudio Nizzi, un'impresa epica che, a causa soprattutto del leggendario perfezionismo certosino del disegnatore, si protrasse nella lavorazione per circa sette anni.



Bibliografia dettagliata