The Uncanny Inhumans # 13

Agendo per conto di Maximus, il fratello pazzo di Freccia Nera, Lash e il suoi Inumani ribelli hanno distrutto un impianto di produzione della Stark in Svizzera uccidendo decine di innocenti. Medusa e la sua squadra è accorsa sul posto ma prima di poter intervenire è stata raggiunta da Capitan Marvel e i suoi Ultimates che la credono coinvolta nell'attentato. La regina degli Inumani cerca di spiegare a Capitan Marvel di non avere nulla a che fare con quanto successo indicando in Lash e i suoi accoliti i responsabili del massacro. Capitan Marvel però non vuole sentire le sue ragioni e ha intenzione di arrestare tutti gli Inumani. Nel giro di qualche istante si accende una battaglia che vede Medusa affrontare la Pantera Nera, Lash scontrarsi con Miss America, e Nur e Ahura combattere contro Spectrum. Nel frattempo a Nuova Attilan i giovani Inumani della nuova generazione discutono su quanto sta accadendo all'esterno delle mura mentre Freccia Nera si trova nella sala del trono a meditare insieme a Karnak. La cittadella ha attivato delle misure di sicurezza che la proteggono dagli attacchi esterni rendendola al momento impenetrabile. In Svizzera intanto Medusa dice a Lockjaw di teletrasportare gli Ultimates e gli inumani ribelli al Triskelion con quest'ultimi che sono costretti ad arrendersi. Capitan Marvel viene lasciata sul posto in modo tale che Medusa possa spiegare la situazione in modo pacifico. Alla fine la Danvers concede a medusa 48 ore di tempo per individuare e consegnargli i responsabili delle azioni omicide contro la Torre e gli stabilimenti Stark. Non ci vuole molto a Medusa per capire che Lash è solo una pedina e che il vero resposabile dietro questo caos e Maximus il folle. Intanto il fratello pazzo di Freccia Nera, accompagnato da Triton, si trova nelle macerie di Attilan sprofondata nella baia di Hudson, dove disattiva le difese automatiche di Nuova Attilan lasciano vulnerabile agli attacchi. Pochi istanti più tardi una moltitudine di Iron Man circonda la cittadella degli Inumani.