Un uomo che passeggia lungo la Neva incontra una giovane ragazza, la dolce Nasten’ka, per caso (perché i migliori incontri sono quelli dettati dal caso e come diceva Anatole France: «Il caso è forse lo pseudonimo di Dio quando non vuole firmare») mentre San Pietroburgo offre le sue notti bianche quando il sole non tramonta mai, donando alla città una luce particolare. Le notti quindi non diventano mai buie del tutto, anche se buio è il cuore del protagonista. Notare una cosa del breve romanzo di Dostoevskij: il protagonista non ha un nome, il racconto è narrato in prima persona (il livello di empatia con il protagonista quindi sale d’intensità per il lettore attento che si cala quindi nei suoi panni) così che l’autore non nomina mai il suo Protagonista e nemmeno nei dialoghi con Nasten’ka viene mai pronunciato il suo nome di battesimo. Rimane così, per sempre e per tutti, un personaggio senza nome e, proprio per questo, universale.
80 pagine
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