Nella Russia stalinista, il giornalista Tintin e il suo cane Milou si recano a Mosca, impegnati in un reportage per Le Petit Vingtième. Informati della loro partenza, i russi inviano un agente segreto sullo stesso treno dei due protagonisti. Il convoglio viene fatto esplodere nel tentativo di uccidere il giornalista. Tintin scampa alla morte ma è accusato dalle autorità tedesche di aver causato l'attentato e condotto in prigione. Riesce a fuggire e a proseguire il suo viaggio fino in Russia. Qui viene braccato dalla polizia che tenta più volte di fermarlo e di ucciderlo. Una volta a Mosca, Tintin comprende che i dirigenti sovietici obbligano la popolazione ad accettare il regime, convincendola che solo i comunisti l'avrebbero salvata dalla miseria. Il giornalista si arruola nell'esercito sovietico per meglio comprenderne le tattiche, proprio nel momento in cui questo si appresta, in funzione propagandistica, a derubare del loro frumento i Kulaki, contadini arricchitisi grazie alla Nuova Politica Economica voluta da Lenin. Tintin riesce a nascondere parte del grano ed è per questo condannato a morte. Scappa rifugiandosi nelle regioni più a nord inseguito dalla polizia. Entra in una capanna che si rivela essere un rifugio segreto; fugge in aereo e giunge in Germania. Ancora una volta incalzato dalla polizia russa, viene infine salvato da Milou. Quando ha l'occasione di fare ritorno in Russia, ritenendo di non aver raccolto abbastanza informazioni, la sua auto esce di strada e l'uomo viene scaraventato fuori dal finestrino su un treno che lo riporta a Bruxelles, dove viene accolto come eroe.
137 pagine
da Les Aventures de Tintin # 1 - Tintin au pays des Soviets, Casterman - Belgio (Gen 1929)
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