Quello che non vediamo esiste. Ed è forte, più forte e più autentico di quello che vediamo.
È la sensazione che si insinua tra due azioni quotidiane, è la voce del silenzio. È facile distrarsi e accomodarsi, credere solo al tangibile. La sopravvivenza ci porta a conclusioni ovvie, a strade tracciate che dobbiamo solo percorrere.
Poi si alza la polvere e la terra trema, i cani abbaiano, tremano le pareti, i piatti tintinnano e sei solo, atterrito. Sei nel letto e guardi il soffitto, non hai più problemi di soldi, di cuore. Si muovono le sedie, si muovono le scale e non hai problemi di invecchiamento o di salute. Non vuoi una macchina nuova, un buon lavoro. Non hai più sogni e non vorresti vedere il Giappone. Sei solo al buio, ma vedi tutto muoversi. Un movimento nero e costante. Fai parte del movimento anche tu, però ti scuote e ti scoraggia, perché non gli appartieni.
Non capisci da dove viene, ma è profondo e vivo. Più grande dei desideri e delle strade tracciate, più affamato di quelli che erano i guai d’ogni giorno. Non chiede, non è il tarlo che ti logora, è il Telamone che decide di abbandonare il suo posto, è il ventre della terra che sussulta. Ti impone un confronto con i tuoi guai e li soffoca, li deride. Non c’è dialogo o diplomazia, una forza barbara è alle porte e non puoi negoziare.
E non hai le forze per reggere i colpi dell’ariete. Sei impreparato e molle. Comodo nel letto, non riesci ad alzarti. Dovresti pregare o urlare, spaventare il mostro e farti vedere forte. E invece no. La porta cade, così lasci entrare tutto. Anche il coraggio.
È la sensazione che si insinua tra due azioni quotidiane, è la voce del silenzio. È facile distrarsi e accomodarsi, credere solo al tangibile. La sopravvivenza ci porta a conclusioni ovvie, a strade tracciate che dobbiamo solo percorrere.
Poi si alza la polvere e la terra trema, i cani abbaiano, tremano le pareti, i piatti tintinnano e sei solo, atterrito. Sei nel letto e guardi il soffitto, non hai più problemi di soldi, di cuore. Si muovono le sedie, si muovono le scale e non hai problemi di invecchiamento o di salute. Non vuoi una macchina nuova, un buon lavoro. Non hai più sogni e non vorresti vedere il Giappone. Sei solo al buio, ma vedi tutto muoversi. Un movimento nero e costante. Fai parte del movimento anche tu, però ti scuote e ti scoraggia, perché non gli appartieni.
Non capisci da dove viene, ma è profondo e vivo. Più grande dei desideri e delle strade tracciate, più affamato di quelli che erano i guai d’ogni giorno. Non chiede, non è il tarlo che ti logora, è il Telamone che decide di abbandonare il suo posto, è il ventre della terra che sussulta. Ti impone un confronto con i tuoi guai e li soffoca, li deride. Non c’è dialogo o diplomazia, una forza barbara è alle porte e non puoi negoziare.
E non hai le forze per reggere i colpi dell’ariete. Sei impreparato e molle. Comodo nel letto, non riesci ad alzarti. Dovresti pregare o urlare, spaventare il mostro e farti vedere forte. E invece no. La porta cade, così lasci entrare tutto. Anche il coraggio.
80 pagine
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