Poi si torna indietro. La vita relazionale di Harkness si fa sempre più altalenante, comincia a farsi chiaro che il vuoto che sente non sarà riempito così, che la ferite si rimarginano solo dall’interno. E allora mentre riflette su com’è arrivata dov’è ora, tra appuntamenti occasionali e palestra, tra cannette e famiglia, si torna ancora indietro. Alla sua infanzia, agli abusi del padre solo accennati nel primo capitolo ma ora palesati come l’origine di un trauma difficile da superare.
Giunta a piena maturità stilistica, Harkness confeziona un volume denso di poesia e di silenziosa delicatezza, capace di lasciarsi andare all’umorismo nonostante la tensione e drammaticità crescenti, confermandosi così una delle voci più rilevanti dell’autobiografismo contemporaneo.
Giunta a piena maturità stilistica, Harkness confeziona un volume denso di poesia e di silenziosa delicatezza, capace di lasciarsi andare all’umorismo nonostante la tensione e drammaticità crescenti, confermandosi così una delle voci più rilevanti dell’autobiografismo contemporaneo.
208 pagine
da Desperate Pleasures, Uncivilized Books - USA (Nov 2020)
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