Baron Savitch # 7 | Dea tra gli uomini

Ormai è chiaro: non è una semplice faccenda di sbirri. È una congiura talmente enorme da far sembrare ridicoli i poliziotti di tutto il pianeta… figuriamoci uno sfigato di Mosca, città dove il cemento puzza ancora di sangue e vodka rancida.
Savitch, ex-sbirro, ex-uomo di legge, si è trovato contro quello che non è solo un sistema criminale: è il capitalismo oligarca legalizzato, una macchina di potere così mostruosa da sembrare più grande del pianeta stesso. Forse più grande del nostro fottuto sistema solare. Perché, a quanto pare, gli alieni hanno dato il via libera al Duca — sì, proprio lui — per fare il bello e il cattivo tempo, come un despota interstellare.
Eppure, qualcosa si è rotto. Quel piedipiatti di latta, mezzo uomo e mezzo rottame, ha acceso un faro nel buio. E qualcuno ha risposto. Una condottiera è uscita dall’ombra, rivelando che il silenzioso fermento rivoluzionario non era dormiente, ma in attesa di esplodere come un ordigno dimenticato sotto l’asfalto.
Octobriana e le Glow Amazons sono qui.
Il nostro sbirro — sempre che si accenda ancora — ora ha nuovi alleati. E soprattutto ha tradito il lato a cui teneva di più: il suo codice da detective moscovita.
Adesso sta dall’altra parte della barricata.
E questa volta, il fuoco non lo spegnerà nessuno.