Il piccolo bastardo girando in una città deserta e fatiscente entra in un cinema abbandonato, assembla vecchi spezzoni di pellicola, fa partire il proiettore, entra nello schermo e si ritrova dentro il mondo di celluloide a ripercorrere le scene topiche dei classici del cinema di genere interagendo con i personaggi nella sua maniera irriverente e oltraggiosa. Da "Viaggio sulla Luna" di Georges Méliès del 1902 a "La notte dei morti viventi" di George Romero del 1968 un viaggio bizzarro nella storia del cinema. "Baby Burger è stupido, viziato, cattivo, prepotente, egoista, imprudente, arrogante, egocentrico, crudele, bastardo, stronzo e rompicazzo. È il bambino che fa tutto quello che vede o che gli passa per la testa, senza calcolare le conseguenze per gli altri né, tantomeno, per sé, (lo stronzo sa di essere un personaggio seriale che può rinascere ogni volta). Insomma, Baby Burger è il figlio che nessuno vorrebbe avere; quello che da grande diventerà un miliardario, un boss mafioso, primo ministro o un serial killer."
112 pagine
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